SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

La Sicilia, con il suo sviluppo costiero di poco più di 1000 Km, è la più estesa isola del Mar Mediterraneo.
Abbiamo già pagaiato in inverno l'arcipelago delle Isole Eolie, in estate quello delle Isole Egadi, più altri piccoli tratti di costa nei dintorni di Trapani, Catania e Palermo.
Ora è arrivato il momento di effettuarne il periplo completo: dal 19 luglio al 22 agosto saremo in navigazione attorno all'Isola.
Le percorrenze medie giornaliere sono stimate in circa 32 Km.
Se volete partecipare, anche solo per un periodo, sarete i benvenuti.
Tatiana e Mauro

domenica 26 luglio 2015

Mazara del Vallo - Porto Palo (33 km) + Porto Palo - San Giorgio (30 km)

La notte è stata molto umida ma il risveglio molto dolce: allo stabilimento
"La Spiaggetta" i cornetti caldi arrivano già alle 6.30 e noi ci facciamo
trovare pronti per la prima colazione.
Oggi prendiamo il mare di buon'ora ed in un soffio raggiungiamo Capo
Granitola, dove scorgiamo la bella torretta, alcune grotte nelle scogliere
di tufo, un comodo scivolo di alaggio, un porticciolo in zona (forse)
militare, quattro vecchi gozzi in rovina come quelli della Tonnara di
Bonagia ed un faro che se la carta nautica non ci dicesse che c'è
passerebbe quasi del tutto inosservato.
Facciamo una breve sosta per il pranzo in una spiaggia dalla sabbia rossa e
dai sassi piatti che viene presto infuocata dal sole.
Superare l'abitato di Tre Fontane è alquanto penoso: un'unica strada
costiera soffocata da casette basse costruite fin sulla spiaggia, coi
terrazzi appoggiati sulle dune, tutte incompiute e senza nessuna uniformità
architettonica. Sembra il festival dell'abusivismo edilizio.
Ci distrae il temporale in arrivo, due fronti nuvolosi che si rincorrono,
con cumulonembi gonfi di pioggia e lampi che cadono verticali tra terra e
mare. Faccio in tempo a contarne una decina che il vento disperde ogni cosa.
Scendiamo a Selinunte per visitare il Parco Archeologico quando la terra
profuma ancora di bagnato e la macchia mediterranea emana un intenso odore
di santoreggia e timo.
Mentre siamo in coda alla biglietteria riceviamo una telefonata: "Silvio
sono, stasera a cena da me siete, e pure a dormire restate, perché in
spiaggia a Porto Palo c'è una festa reggae!".
Silvio mi ha affibbiato il titolo di "ostetrica" da quando gli ho insegnato
l'eskimo: "M'hai fatto nascere in mare", m'aveva detto allora, e l'amicizia
è nata così...
L'accoglienza è calorosa, la cena luculliana e la casa accogliente. Più dei
quadri di sabbie e conchiglie, più delle sculture in legno, più dei
lampadari di tronchi levigati dal mare, tutti lavori pregiati prodotti
dall'estro artistico del nostro ospite, a me colpisce il giardino
lussureggiante e, mancò a dirlo, l'angolo delle piante grasse!
Le chiacchiere con Silvio, Kati e Danilo proseguono fino a mezzanotte e la
mattina dopo sono ancora così assonnata che appena alzata stampo la tempia
sinistra sulla trave sporgente della stanza da letto!
Per riprendermi dalla botta ci vogliono un cappuccino&cornetto e ben due
cremini (qui chiamano così la crema di caffè freddo!) ma i miei tempi di
reazione rimangono così lenti che alle 12.45 siamo ancora a terra!
Il vento e Danilo ci accompagnano fuori dall'affolata spiaggia di Porto
Palo fino ad una spiaggetta di ciottoli bianchi quasi 10 km piu ad est, e
poi restiamo soli tra le ondine spumeggianti fino a Capo San Marco.
La Guardia Costiera ci intercetta proprio sotto il faro, dopo una non
meglio precisata segnalazione di "due kayak non tornati a riva", ma quando
spieghiamo che stiamo tentando il periplo dell'isola si limitano a dire che
con un mare così agitato dobbiamo almeno restare il più vicino possibile
alla costa... e noi ci chiediamo cosa ci avrebbero detto se il mare fosse
stato davvero agitato!
Sciacca sembra Varigotti, ci scrive un amico torinese, e noi ce la godiamo
dal largo, in barba alle raccomandazioni appena ricevute, per sfruttare
appieno l'ultima brezza serale.
Una collinetta di arenaria rossa erosa dal vento attira la nostra
attenzione ed il campo per la notte è sin'ora il più bello: piantiamo la
tenda accanto ad un piccolo accampamento di venditori ambulanti cingalesi
che rispondono sorridendo ai nostri cenni di saluto e sotto un albero che
sembra quello del pepe e che di certo non lo è... Se ci fosse Silvio, ci
direbbe il nome con la stessa sicurezza con cui m'ha spiegato che il tronco
ricoperto di spine è quello del Kapok!
Mentre il cous-cous bolle in pentola, ce ne restiamo un po' a rimirar le
stelle...

Nessun commento:

Posta un commento