SUMMER SEA KAYAK EXPEDITION

La Sicilia, con il suo sviluppo costiero di poco più di 1000 Km, è la più estesa isola del Mar Mediterraneo.
Abbiamo già pagaiato in inverno l'arcipelago delle Isole Eolie, in estate quello delle Isole Egadi, più altri piccoli tratti di costa nei dintorni di Trapani, Catania e Palermo.
Ora è arrivato il momento di effettuarne il periplo completo: dal 19 luglio al 22 agosto saremo in navigazione attorno all'Isola.
Le percorrenze medie giornaliere sono stimate in circa 32 Km.
Se volete partecipare, anche solo per un periodo, sarete i benvenuti.
Tatiana e Mauro

venerdì 14 agosto 2015

Rodia - Milazzo (24 km) + Milazzo - Tindari (32 km)

Mercoledì 12 agosto 2015
Dopo una lunga notte ristoratrice, anche se un po' umida, ed una colazione
a base di granita di caffè con panna e brioche, ormai un classico, lasciamo
il nostro campo tra le benne e costeggiamo per qualche chilometro fino a
Saponara Marittima.
La pausa pranzo è molto breve perché uno dei fronti nuvolosi che incombono
tra mare e monti ci raggiunge e ci obbliga nuovamente ad indossare cappelli
e giacché d'acqua (e dire che per un viaggio d'agosto in Sicilia non
pensavo proprio fosse necessario il Nord-Ovest...).
Il vento continua a girarci intorno e a cambiare direzione ogni tot, i
temporali aumentano e ben presto siamo circondati: immaginando il kayak
come il quadrante di un orologio, ce n'è uno a mezzogiorno che staziona su
Milazzo, uno alle quattro tra Panarea e Stromboli lontane all'orizzonte, un
altro alle sei che sembra imperversare sulla Calabria tirrenica, altri
ancora alle otto e alle dieci sui Monti Peloritani, chiusi dietro una
spessa tenda di pioggia, molto bella da vedere... da lontano!
Contiamo cinque petroliere all'ancora davanti al polo petrolchimico di
Milazzo ma non scorgiamo nessun'altra imbarcazione in mare, scuro come se
qualcuno avesse spento la luce.
Siamo ormai nei pressi del porto di Milazzo quando ci sovrasta il temporale
di Stromboli, ma stavolta sono goccioline leggere e fitte che hanno la sola
conseguenza di limitare la visibilità a poche centinaio di metri proprio
quando sta arrivando l'aliscafo da Vulcano.
Ci fermiamo per capire quale rotta tenere e riflettiamo su un fenomeno
strano e preoccupante: le nostre pagaie groenlandesi si stanno
sverniciando. Sono giorni ormai che notiamo grinze sempre più evidenti e
simili alla pelle di un contadino ottuagenario, squame di vernice colorata
che si stanno sfaldando in grosse macchie irregolari. Non ci è mai capitato
prima e non vogliamo pensare che le acque di Gela, Augusta ed ora Milazzo
siano in qualche modo responsabili di queste "irritazioni" e di quelle
stranamente estese che notiamo sulla nostra pelle...
Sbarchiamo fuori dal porticciolo turistico, sulla spiaggetta sotto il
cimitero ed il castello, piena di gozzi colorati e tetrapodi di cemento,
quei massi a quattro braccia che vengono usati per le dighe foranee e che
mi piacciono un sacco. L'idea è quella di fare un giro in paese, giusto il
tempo per cercare un bancomat e per fare cambusa, e poi proseguire verso la
caletta Ribella poco a sud del faro di Capo Milazzo, dove pensiamo di
trascorrere la notte.
Ma non riusciamo a rispettare il programma: una telefonata a Laura e Marco
ed organizziamo un incontro... alla fine ceniamo nel ristorantino sul
lungomare che avevamo già adocchiato allo sbarco e ci passa la voglia di
rimetterci in kayak.
Altra serata di bagordi, birre a fiumi e risate da indolenzire gli
addominali...
Iohosonnooooo!

Giovedì 13 agosto 2015
Sveglia comoda alle otto, colazione lenta alle nove, incontro con Francesco
ed il suo amico Angelo alle dieci ed imbarco alle undici: tutto come da
programma!
Costeggiamo il lungo promontorio di Milazzo fin sotto il faro: la
spiaggetta su cui volevamo montare il campo è davvero molto bella ma troppo
esposta al Maestrale che sta montando.
Ci sono piscine naturali affollatissime proprio sotto il capo, una torre
"ciocorì" mangiata dal vento ed un santuario rupestre rosato ai piedi di un
lungo sentiero segnalato che scende fino in spiaggia. Noto anche un'opera
d'arte povera realizzata con tanti bidoncini di plastica colorata infissi
ognuno in un ramo di un albero spoglio e sbiancato dal mare.
La pausa pranzo è animata da un nuvolone tra i più neri di quelli che ci
stanno circondando da tre giorni: decidiamo di tagliare al largo, un po'
per evitare gli scrosci d'acqua ed un po' per tenerci a debita distanza
dalla selva di stabilimenti balneari che occupano senza soluzione di
continuità tutta la costa sabbiosa tra Milazzo e Portorosa (possibile mai
che in 25 giorni di navigazione le canzoni sparate a tutto volume dagli
altoparlanti di questi "centri di detenzione vacanziera" siano sempre le
solite due?!?).
Volgiamo le prue a 230° e dopo appena cinque ore, complice un bel
venticello di Maestrale che "biancheggia" il mare, raggiungiamo i nostri
amici Laura e Marco al campeggio di Marinello.
La loro accoglienza non potrebbe essere più calorosa: appena sbarcati, ci
apparecchiano sulla spiaggia di Tindari una cena coi fiocchi a base di
arancini, pollo arrosto e patatine, pomodorini freschi e secchi, uva e
pesche e dolcetti tipici locali, il tutto innaffiato da secchi di birra!
Abbiamo tempo e modo di fare mente locale: questo luogo è di una bellezza
travolgente, noi non abbiamo ancora usato uno dei tre giorni di riserva che
avevamo previsto in caso di cattivo tempo e siamo ad appena cinque giorni
di navigazione da Palermo. Il nostro traghetto per il continente riparte
sabato e per completare il periplo della Sicilia possiamo permetterci il
lusso di percorrere tappe giornaliere più brevi: scegliamo quindi di
fermarci un giorno intero in questo spicchio di paradiso e di proseguire
dopodomani, confidando nelle nostre accurate "previsione ditometriche" (un
dito indice corrisponde a tre chilometri sulla mappa 1:200.000, scendiamo così da 11 a 8 dita!)
Con la scusa di ammirare le stelle cadenti mi stendo un momento accanto al
telo-tavolo imbandito e ...mi risveglio la mattina dopo alle sette!

Nessun commento:

Posta un commento